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Grandissima partecipazione per il Convegno "Coronavirus COVID-19: dall'emergenza internazionale al modello operativo del G.O.M."

28 Febbraio 2020


Le emergenze sanitarie del mondo globalizzato generano comprensibile inquietudine, ma vanno gestite attentamente e con grande responsabilità, la stessa che bisogna usare nei processi di comunicazione utili alla migliore informazione della pubblica opinione.

Comunicare il rischio chiede una straordinaria attenzione ai processi informativi e l'adozione di strategie consapevoli che mettono al centro la trasparenza, la gestione dell'incertezza e la percezione collettiva dei rischi. Miti, credenze, opinioni diffuse quanto - troppo spesso - non supportate da elementi di reale comprensione del fenomeno, confondono l'opinione pubblica e complicano l'adesione ai comportamenti effettivamente utili dei cittadini. Efficacia e opportunità di questi ultimi sono invece garantite dalle evidenze socio sanitarie comunicate dagli esperti del settore.

A questo scopo utile e tempestivo, oltre che enormemente partecipato, il Convegno promosso dal Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, tenutosi ieri 27 febbraio, dal titolo “Coronavirus COVID-19: dall’emergenza internazionale al modello operativo del G.O.M.”, alla presenza del Prefetto, dott. Massimo Mariani, del dott. Giancarlo Vasta, in rappresentanza del Questore Vallone, del sindaco di Reggio Calabria, avv. Giuseppe Falcomatà, del comandante provinciale della Guardia di Finanza, dott. Flavio Urbani, del comandante della Capitaneria di Porto, dott. Antonio Ranieri, del tenente colonnello dei Carabinieri, dott. Massimo Gavasso e del Magnifico Rettore della Università Mediterranea, prof. Marcello Zimbone.

“Il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria è stato attrezzato, fin dall’inizio dell’espandersi dei casi di contagio da coronavirus, a fronteggiare un’eventuali nuove propagazioni dell’infezione”. Lo ha detto il Commissario Straordinario del G.O.M., Ing. Iole Fantozzi, aprendo i lavori del convegno finalizzato anche all’informazione ed alla rassicurazione del personale sanitario circa il modello operativo, di prevenzione e garanzia, avviato all’interno dell’Ospedale di Reggio Calabria.

“Il rischio percepito è di gran lunga superiore a quello effettivo – ha continuato il Commissario Straordinario – l’obiettivo di questo incontro è prima di tutto quello di dare le giuste indicazioni agli operatori del nostro ospedale nel caso in cui dovesse presentarsi un paziente affetto da COVID-19”.

“Noi siamo stati tra i primi in Calabria ad affrontare le prime possibili avvisaglie di coronavirus e devo dire che le operazioni sono state portate avanti nel rispetto assoluto delle procedure e con grande efficienza”.

Particolarmente esplicativi gli interventi del dott. Giuseppe Foti, Direttore dell'U.O.C. Malattie Infettive del G.O.M., sulle "Malattie Infettive Emergenti", e del Prof. Massimo Andreoni, Docente a Tor Vergata e Direttore Scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, su "Malattia da Coronavirus: quali evidenze", perché hanno definito le caratteristiche del virus (contagiosità, metodo di trasmissione e tasso di mortalità), la sua evoluzione ed il potenziale percorso che potrà seguire.

“L’emergenza è reale, anche se la vera emergenza è il panico che ne è scaturito – ha spiegato il dr. Giuseppe Foti – Il nostro ospedale è attrezzato con un reparto di malattie infettive, con isolamento respiratorio, con 14 posti di microbiologia, e di terapia intensiva, e con un laboratorio di microbiologia che è all’altezza. Tutto, ovviamente, dipende dai numeri. Nel caso dovessero aumentare si lavorerà con il sostegno della Protezione Civile, che è già allertata. Il G.O.M. ha un piano operativo, legato, però, ad un numero circoscritto di casi. Per le grandi emergenze si è ragionato alla Prefettura di Catanzaro per elaborare proposte e soluzioni che ci consentano di fronteggiare un alto numero di casi”.

“Si parla di possibile “pandemia” – ha affermato il prof. Massimo Andreoni – perché si tratta di un virus sconosciuto alla razza umana, che non risponde come gli altri alla nostra immunità innata, alla capacità che la specie umana ha di confrontarsi con i microrganismi che nella sua storia ha conosciuto. Un secondo concetto riguarda la trasmissione aerea, cioè quei microrganismi che vengono trasmessi attraverso l’aria e che sono i più difficili da contenere”. Andreoni ha ripercorso tutta la filiera della diffusione del coronavirus COVID-19 “Emergenza – ha detto – che la Cina ha affrontato con grande senso di responsabilità. Un virus comparso con alcuni sporadici casi l’8 dicembre 2019, e poi diffusosi in maniera incontrollata negli ultimi giorni di dicembre, che è stato prontamente studiato per elaborarne la mappatura genetica, poi messa a disposizione della comunità scientifica internazionale”.

L'alleanza terapeutica non solo ribadisce la centralità del paziente nel processo di cura, ma vaccina contro la diffusione del panico, un virus spesso più insidioso e incontrollabile di quelli che la ricerca scientifica è più che attrezzata per combattere.

Nel corso dei lavori, inoltre, è stato fatto il punto delle iniziative già intraprese da autorità locali e sanitarie del territorio. Gli uffici Usmaf, di sanità marittima, aerea e di frontiera, hanno avviato da qualche settimana i controlli in porti e aeroporti, “con particolare riferimento al porto di Gioia Tauro, dove – ha spiegato il dr. Giuseppe Zampogna - sono presenti alcuni lavoratori cinesi per l’attivazione delle nuove gru, giunte proprio dalla Cina, e approdano periodicamente navi provenienti dalle aree costiere cinesi prospicienti le zone a maggior rischio